SIAMO UOMINI O CARTOONS?

ph. Ilaria Francesca Martino

Sdraiarsi sulle panchine non è troppo comodo, dormirci è piuttosto freddo, ma trovarle per appoggiare lo stanco corpo è sempre più una fortuna, perché l'ho notato l'ho saputo l'ho capito il gioco delle amministrazioni: quello di avere cioè poche panchine per ridurre i belli addormentati, ma le amministrazioni non pensano che una persona anziana o diversamente abile possa aver bisogno di sedersi anche improvvisamente, che ai poeti piace sdraiarsi per guardare le nuvole che volano come stupide -come è successo quella volta a me al porto di Beverello, che ho perso tre traghetti per Ischia!, che una persona possa sentirsi improvvisamente male, che le donne hanno le mestruazioni, che le borse della spesa pesano, che una chiacchierata attorno ad una panchina potrebbe preparare una rivoluzione necessaria, che si voglia leggere il quotidiano se ancora una edicola fosse aperta! e anche che qualcuno possa averne bisogno per dormire…
Il mio Aforismana SIAMO UOMINI O CARTOONS? rappresenta una persona rannicchiata su se stessa, è la mia sagoma ritagliata da un grande cartone, un cartone trovato sulla strada; me ne ha definito il profilo Teresa, una ragazzina che disegna molto bene. Ne è uscita una statua, un cappotto vicino a tenerle caldo, che sta dormendo su una panchina di marmo. E' un clochard, solo, isolato, lasciato ad essere guardato.
L'installazione è stata compiuta a Pavia, in Viale Matteotti -una zona come tante in ogni parte del mondo, New York, Buenos Aires, Milano… Accadeva a fine ottobre, con la cornice delle foglie autunnali ad addolcire la crudezza della scena. Succede tutti i giorni, con le luminarie a Natale, con i petali in primavera.
Totò è declinato sul nostro essere umani e il nostro non esserlo, nella ricerca di un'umanità dentro di noi. Cartoons la parola che gioca tra l'uso del cartone e i cartoni animati, la realtà e la finzione. La scritta con il colore blu e il rosso, il maschile e il femminile, parla di un destino universale con le sue vicissitudini imprevedibili, come questo tempo del Covid ci sta insegnando.